
Il marciume radicale è uno di quei problemi che passano inosservati finché non è troppo tardi. La pianta comincia a perdere vigore, le foglie si afflosciano, diventano gialle, la crescita si blocca. Ma il vero problema è sottoterra. Le radici, che dovrebbero essere sode e chiare, iniziano a marcire, diventano scure, molli e maleodoranti. Riconoscerlo in tempo può fare la differenza tra salvarla o buttarla via.
Cosa fare se ci si accorge che c’è del marciume radicale
Questo problema capita spesso a piante da appartamento troppo innaffiate o con terriccio che trattiene troppa umidità. Non è solo una questione di acqua in eccesso. Anche basi senza fori di drenaggio o substrati sbagliati possono causare marciume. E quando succede, agire subito è l’unico modo per fermare il danno. Aspettare e sperare che passi da solo peggiora solo la situazione. Bisogna intervenire, senza esitazioni.

La prima cosa da fare è tirare fuori la pianta dal vaso. Non è un’operazione delicata: a volte il pane radicale è così fradicio che si sfalda in mano. Bisogna liberare tutte le radici dal terriccio vecchio, senza lasciare nulla attaccato. E una fase un po’ sporca, meglio farla su un giornale o nel lavandino. Più si pulisce, meglio si vedrà l’estensione del problema.
Una volta pulite, le radici vanno osservate con attenzione. Quelle sane hanno un colore chiaro, sono sode al tatto e tendono a spezzarsi se piegate. Quelle marce invece sono scure, molli, a volte persino viscide. Basta sfiorarle per farle disfare. Si può anche sentire un odore sgradevole, segno che i tessuti sono ormai in decomposizione. Non vanno lasciati attaccati.
Come pulire le radici
Serve una forbice ben affilata, ma soprattutto disinfettata. Anche l’alcol va bene, oppure la fiamma di un accendino se non si ha altro. Le radici marce vanno tagliate via completamente, senza esitazione. Meglio togliere un po’ di più che lasciare i pezzi compromessi. Se la pianta ha molte radici danneggiate, si può anche ridurre la parte aerea, per ridurre lo sforzo di ripresa.

Finito il taglio, il vaso va pulito. Se si usa quello vecchio, va lavato bene e disinfettato con acqua e candeggina o sapone antibatterico. Altrimenti, meglio usarne uno nuovo. Il drenaggio è fondamentale: in fondo deve avere fuori liberi e si può aggiungere uno strato di argilla espansa o pietrisco. Serve un terriccio arioso, drenante, non troppo ricco. Qualcosa che asciughi in fretta.
Durante il rinvaso, è importante sistemare bene la pianta. Le radici vanno disposte in modo naturale, senza comprimerle troppo. Il terriccio deve avvolgere tutto, ma senza pressare. Una leggera innaffiatura iniziale aiuta a compattare senza creare ristagni. Nei giorni successivi, meglio non bagnare subito. Aspettare che il terreno si asciughi aiuta a far respirare le radici.
Quali prodotti usare
In alcuni casi, soprattutto se il marciume è avanzato, può servire un trattamento antifungino. Ci sono prodotti specifici da aggiungere all’acqua d’irrigazione, ma anche rimedi più semplici, come il bicarbonato o l’estratto di aglio. Non sempre bastano, ma a volte riescono a contenere la diffusione del fungo. L’importante è non abusarne e seguire le dosi indicate.

Il recupero non è immediato. Una pianta colpita da marciume radicale ha bisogno di tempo per riformare l’apparato radicale e riprendere a crescere. Non bisogna aspettarsi nuovi germogli dopo pochi giorni. Bisogna osservare: se le foglie non peggiorano e non ne cadono di nuove, è già un buon segno. Con il tempo, la pianta può riprendersi del tutto, anche se lentamente.
Meglio prevenire, comunque. Evitare di annaffiare troppo, usare terriccio adatto al tipo di pianta, controllare sempre il drenaggio. Anche l’umidità ambientale e la ventilazione contano. Le piante non devono restare bagnate a lungo. A volte basta una pioggia presa per sbaglio sul balcone, un sottovaso pieno d’acqua dimenticato, per fare iniziare il marciume.
Cosa fare se la pianta non si può salvare
Ci sono specie più sensibili di altre. Le piante grasse, ad esempio, sono particolarmente vulnerabili. Bastano due innaffiature ravvicinate con terriccio sbagliato per mandare tutto al vento. Anche le orchidee, con radici aeree e poca tolleranza all’umidità, vanno controllate spesso. Conoscere le esigenze della propria pianta aiuta a evitare errori banali ma fatali.

Se succede, comunque, non bisogna sentirsi in colpa. Capita a tutti, anche a chi ha esperienza. A volte le condizioni ambientali cambiano, o si sbaglia senza accorgersene. L’importante è non ignorare i segnali e sapere cosa fare. Salvare una pianta dal marciume dà una certa soddisfazione, anche se all’inizio sembra tutto perduto. Non tutte si salvano, ma molte sì, se si agisce in tempo.
Infine, quando una pianta non si può recuperare, può essere utile utile conservarne una talea sana, se possibile. Così almeno le si dà una seconda possibilità, anche se la pianta madre è compromessa. In altri casi, può essere l’occasione per imparare qualcosa di nuovo, capire meglio cosa è andato storto, cambiare abitudini. Le piante parlano, anche quando marciscono. Sta a chi le cura imparare ad ascoltarle.