
Quando si tengono piante in vaso, uno degli errori più frequenti è lasciare l’acqua stagnante nel sottovaso nel contenitore. Spesso si pensa che l’umidità costante possa giovare, ma non è così. L’acqua in eccesso, se non smaltita, diventa un problema serio per le radici. Basta qualche giorno di ristagno e la pianta inizia a mostrare segni di sofferenza. Foglie molli, ingiallimento, autori strani. Tutto parte da sotto, dove non si vede.
Cosa succede se riempiamo i vasi di acqua
Le radici hanno bisogno d’aria. Anche se stanno sotto terra, respirano. Se il vaso è pieno d’acqua, quell’aria scompare. In pratica, si crea una piccola palude, e lì sotto inizia il caos. L’acqua satura toglie ossigeno, e le radici smettono di funzionare come dovrebbero. Non assorbono più bene i nutrienti, il metabolismo rallenta, si ferma. E alla fine marciscono. Non serve molto tempo, a volte basta una settimana.

Il marciume radicale e subdolo. All’inizio non si nota. Poi le foglie iniziano a piegarsi verso il basso, si afflosciano. Qualcuno pensa che manchi acqua, e ne aggiunge altra. Errore doppio. L’acqua in più peggiora la situazione. I funghi amano quel tipo di ambiente: buio, umido, stagnante. Attaccano le radici, che diventano nere, molli, maleodoranti. Quando si arriva a questo, spesso è troppo tardi
Anche senza funghi, c’è l’asfissia. Il nome fa impressione, ma rende bene l’idea. Le radici non respirano, la pianta soffre. Anche se il terreno sembra buono, Il problema è sotto, è come se mancasse l’aria in una stanza chiusa. Le radici muoiono lentamente, e la pianta intera si indebolisce. Si ammalano le foglie, si staccano i rami più deboli. Tutto il sistema si indebolisce.
Come prevenire le malattie della pianta
Le malattie poi arrivano di conseguenza. Quando la pianta è indebolita, è più vulnerabile. I batteri trovano terreno fertile. Alcune infezioni partono da una piccola lesione si diffondono velocemente. Altre si manifestano solo quando la pianta ha già perso vitalità. Una volta colpita, è difficile tornare indietro. I trattamenti funzionano solo in parte. Meglio prevenire che dover intervenire.

La prima cosa da fare è controllare i vasi. Devono avere dei fori sul fondo, sempre. Senza fori, l’acqua resta lì e si accumula. Alcuni vasi decorativi, in plastica o ceramica, non ne hanno. Se proprio si vogliono usare, meglio inserire un vaso interno con i fori. Così si mantiene l’estetica ma si protegge la pianta.
Il tipo di terriccio è fondamentale. Non basta riempire il vaso con della terra qualsiasi. Alcuni substrati trattengono troppo l’acqua. Serve un terriccio drenante, poroso. Meglio se contiene sabbia, perlite o piccoli pezzi di corteccia. Aiuta a far scorrere via l’acqua in eccesso. Quando si acquista il terriccio, vale la pena leggere l’etichetta.
Quando e come innaffiare la pianta in vaso
Attenzione anche a quanto si annaffia. A volte si fa per abitudine, ogni due giorni ogni settimana, senza controllare se serve davvero. Invece, bisogna toccare il terreno. Se è ancora umido, non serve altra acqua. Solo quando risulta asciutto almeno nei primi centimetri si può annaffiare. L’abitudine va sostituita con l’osservazione.

Il sottovaso è utile, ma va svuotato dopo ogni annaffiatura, se il resto dell’acqua lì dentro, bisogno eliminarla. Non basta lasciarla evaporare. Quel ristagno e la causa di tutti i problemi. In certi casi, basta anche una mezz’ora d’acqua nel sottovaso per iniziare a rovinare le radici. Meglio controllare sempre, anche quando si ha fretta.
Ci sono strumenti che aiutano. I misuratori di umidità, per esempio, sono comodi e danno un’idea precisa di quanto è bagnato il terreno in profondità. Non sono indispensabili, ma possono essere utili per chi ha molte piante o tende a sbagliare con le annaffiature. In alternativa si può infilare un dito nella terra fino ad un paio di centimetri. Se asciutta si annaffia, sei umida invece si aspetta.
Come intervenire e come scegliere la posizione del vaso
Quando si nota troppa umidità, si può intervenire. si può togliere la pianta non le radici. Quelle sane sono bianche o chiare, consistenti. Quelle malate sono marroni, molli, spesso maleodoranti. Si tagliano le parti danneggiate con forbici pulite. Poi si lascia asciugare un po’ lanciò alla prima di rinvasare con terriccio un nuovo.

Anche la posizione del vaso conta. In ambienti poco ventilati, l’acqua impiega più tempo ad evaporare. Se possibile, si può spostare la pianta in un luogo più arieggiato vicino a una finestra. L’aria aiuta a bilanciare l’umidità. Nei mesi freddi, il problema peggiora, perché si tende ad annaffiare come d’estate. Invece le piante, in inverno, consumano molta meno acqua.
Infine, serve un po’ di attenzione costante. Non serve controllare ogni ora, ma neanche dimenticarsi del vaso per settimane. Osservare le foglie, il colore del terreno, l’odore. A volte l’umidità stagnante si sente anche al naso. Un odore di terra marcia, qualcosa di stantio. Non va ignorato. Le piante non parlano, ma mandano segnali. Bisogna imparare a leggerli.